Diese Woche starb unser Freund und ehemalige GAPist Enzo Galasi in Mailand. Kurz vor dem 70. Jahrestag zur Befreiung Italiens von dem Faschismus und der deutschen Besatzung, für die er und so viele Mitglieder seiner Familie und FreundInnen so viel gegeben und gelitten hatten.
Enzo Galasi wurde 92 Jahre alt. Als Jugendlicher desertierte er aus der Armee und schloss sich dem antifaschistischen Widerstand in Mailand an. Dabei wurde er Mitglied der GAP, der Gruppi di Azione Patriottica. Dies waren kommunistische PartisanInnen, die in kleinen klandestinen Gruppen die Faschisten und Nazis in einer Guerillataktik angriffen. Zusammen mit ihnen kämpfte Enzo bis zur Befreiung Italiens und blieb bis zum Ende seines kämpferischen Lebens seinen kommunistischen Idealen treu.
Seit 2006 hat er mehrmals auf verschiedenen Treffen und Seminaren für uns zur Geschichte des Widerstands referiert. Mit Einigen von uns war er persönlich befreundet, so dass wir uns jedes Jahr mindestens ein-,zweimal sahen, mit einander Essen gingen, diskutierten, die Zeit verbrachten.
Wir bedanken uns bei ihm für seine Gastfreundschaft, seinen Humor und das wir über ihn einen Einblick in die Resistenza Italiens und sein bewegtes antifaschistisches Leben bekommen haben.
ciao Enzo,
è stato un grande piacere e un onore conoscerti!
chi è amato, non muore mai!
Intervento di Roberto Cenati alle esequie del Partigiano Enzo Galasi
Pubblicato da anpimilano
Caro Enzo siamo qui per darti l’ultimo
commosso saluto. Ci stringiamo attorno a Wilma, a tuo figlio, ai tuoi
amici, ai tuoi compagni, a chi ha avuto la fortuna di conoscerti e di
apprezzarti.
Ci siamo incontrati tanti anni fa in occasione di una
assemblea annuale dell’ANPI di Dergano, un tempo sede della storica
Sezione del PCI dedicata ad Elio Sammarchi.
Si è tra noi subito
stabilita una corrente di reciproca simpatia e di comunanza di
intenti e di opinioni.
Mi invitavi spesso a casa tua in via De
Conti 10 importante sede per la Resistenza milanese.
E’ iniziata
così la nostra conoscenza e profonda amicizia. Passavo delle
giornate intere con te e ascoltavo i racconti della tua vita da
gappista.
E oggi voglio ricordare alcuni di quei nomi, di quei
tuoi compagni di lotta che non ti stancavi mai di menzionare perchè
a te e a tutti loro noi dobbiamo immensa gratitudine.
Eri
figlio di Alfonso Galasi appartenente alla 85a Divisione Flaim ed
abitavi con la famiglia in una villetta in via De Conti 10 che
diventerà per il gappismo milanese un importante punto di
riferimento sia per il deposito d’armi che come rifugio di
partigiani. Lì passeranno Gigi Campegi, Albino Abico, Giovanni
Alippi, Ruggero Brambilla, Enzo Passariello, Melchiorre De Giuli e
tanti altri.
Tuo padre Alfonso e Ruggero Brambilla
si incontreranno verso la fine del novembre del 1943 e da allora,
sempre in sintonia tra loro, svolgeranno un importante ruolo nella
Resistenza, collaborando con Egisto Rubini e Gigi Campegi, comandanti
della 3a Gap in periodi diversi.
Al fianco di Alfonso c’eri tu,
Enzo, allora giovanissimo. Tra i vari compiti svolgevi anche quello
di abilissimo falsario. Accanto a te agivano Enzo Passariello, un
coraggioso brigadiere della Guardia di Finanza, Melchiorre De Giuli,
un trentanovenne operaio comunista dell’Autelco, già confinato per
attività sovversiva.
L’attività del gruppo non si limitava al
solo recupero di materiale, ma si estendeva al disarmo di numerosi
militi nazifascisti.
Intanto, però erano cominciate le cadute e
le rappresaglie. Il 19 dicembre 1943 è fucilato all’Arena di
Milano insieme ad altri sette partigiani, Carlo Mandel, già
collaboratore del gruppo Galasi Brambilla; il 31 dicembre 1943 è la
volta di Capettini. La difficoltà del momento non fiacca però la
combattività del gruppo, al quale si uniscono due giovani tuoi cari
amici Sergio Bassi ed Elio Sammarchi.
La lotta è dura e il gruppo
deve incassare altri gravi colpi. De Giuli, catturato, morirà in un
lager nazista. Bravin, Galimberti e Mastrodomenico saranno fucilati
il 10 agosto 1944 in piazzale Loreto. Abico, Alippi, Clapiz e Del
Sale vengono fucilati in via Tibaldi. Sammarchi morirà a Chesio e
Sergio Bassi sarà fucilato con altri quattro partigiani al
Forlanini, il 31 luglio 1944.
Tu ricordavi sempre, con commozione,
la perdita di questi tuoi cari compagni di lotta.
Il colpo più
grave per il gruppo arriva però il 5 settembre 1944. Tuo padre
Alfonso, denunciato da un vicino di casa, viene preso dalla banda
Koch di Villa Triste. E’ torturato, ma non parlerà. Sarà liberato
ai primi di novembre del 1944 e, nonostante le sue condizioni,
riprenderà la lotta. Il gruppo di Galasi opera in stretta
collaborazione con Luigi Campegi, nominato comandante della 3a Gap
dal settembre 1944. La storia di Galasi-Brambilla-Campegi è quella
di una profonda amicizia che durerà, purtroppo, poco tempo: a metà
gennaio 1945 Campegi è catturato insieme a Ruggero Brambilla, ma
mentre quest’ultimo riesce a fuggire, Campegi viene ripreso e
fucilato il 2 febbraio 1945 al Campo Giuriati. Ormai individuato e
braccato, Ruggero Brambilla deve lasciare Milano e si reca presso
l’85a Brigata Valgrande Martire di cui diventa il commissario
politico. Tuo padre in contatto con il Comando garibaldino assume la
guida del gruppo in città. Alfonso Galasi e i suoi uomini continuano
a recuperare armi, a fabbricare documenti falsi, e conducono le
trattative da mesi avviate da Brambilla, Campegi e Passariello con il
colonnello Alfredo Malgeri, comandante della Guardia di Finanza di
Milano. Il 24 aprile 1945 alla presenza di tuo padre, in una casa di
via Volturno a Milano, Malgeri si dichiarerà pronto ad appoggiare
apertamente l’imminente insurrezione e all’alba del 26 aprile
1945 guiderà i suoi finanzieri all’occupazione della
Prefettura.
Nelle giornate insurrezionali il Gap Mandel comandato
da Galasi, cambia la propria denominazione in 3a Gap – II
distaccamento.
Poi, dopo la Liberazione, tu insieme a tutti gli
altri siete tornati al vostro lavoro, senza nulla chiedere, dopo 18
mesi dedicati interamente alla lotta armata. Tuo padre, di cui tu hai
sempre avuto un commosso ricordo, ti lascerà all’inizio del 1951
per le terribili sofferenze patite a Villa Triste.
Ecco, questa è
stato l’importante contributo che tu, con i tuoi compagni gappisti
avete dato per la liberazione dal nazifascismo e per costruire una
società più giusta.
Ho passato con te giornate indimenticabili.
Io lavoravo allora alla Bovisa, in una banca. Quel lavoro non mi è
mai piaciuto e chiedevo dei permessi o delle giornate di ferie per
incontrarmi con te e riprendermi dalla monotonia del lavoro e da
quell’ambiente che mi opprimeva. Tu mi raccontavi del periodo
resistenziale e di quei giorni drammatici ma gloriosi. A fatica
riuscivo a tenere a mente i nomi dei tanti tuoi compagni di lotta.
Quando ritornavo a casa cercavo di ricostruire quello che mi avevi
detto. Quegli incontri sono stati per me importanti anche per
conoscerci a fondo e costruire un rapporto di reciproca e profonda
amicizia. Ci scambiavamo le nostre opinioni sulla situazione
politica che si andava sempre più deteriorando e trovavamo sempre
punti di vista comuni.
Tu eri profondamente amareggiato perchè
sentivi che i sacrifici di tanti tuoi compagni non erano
serviti a costruire un mondo migliore. Siamo infatti di fronte al
preoccupante rifiorire di movimenti antisemiti, xenofobi e
neofascisti, ad una gravissima crisi economica, ad una caduta senza
precedenti dell’etica pubblica, al manifestarsi quasi quotidiano di
fenomeni di corruzione in una società che celebra ogni giorno, il
rito dell’effimero, del successo individuale, della scomparsa della
solidarietà. Particolarmente grave è il “marciume” come amavi
chiamarlo, di questa società, sempre più corrotta. Tutto ciò era
inconcepibile per te che avevi dato tutto te stesso, durante la
Resistenza e negli anni successivi, in modo disinteressato e
generoso, senza nulla chiedere in cambio, per il bene della
collettività.
Non era sicuramente questa la società che tutti
voi, Combattenti per la Libertà volevate. Ma un bene prezioso ci
avete lasciato in eredità, con la vostra lotta e il vostro
sacrificio: la Costituzione repubblicana, antifascista in ogni suo
articolo,che ora si vuole cambiare e completamente stravolgere.
Caro
Enzo, ci mancherai moltissimo, mancherai tantissimo a me, che avevo
trovato in te un vero compagno e un amico sincero. L’ultima volta
che ti ho visto in Casa di Cura mi hai subito riconosciuto e mi hai
chiesto: “ come va l’ANPI ?” Ecco, era questa la tua
preoccupazione perchè la Resistenza e l’impegno politico sono
stati la tua scelta di vita. Nella tua vita hai fatto tanto per tutti
noi. Ora ti diciamo: riposa in pace.
Ma noi non ci possiamo
riposare, non possiamo dire di essere stanchi. Dobbiamo continuare a
difendere quelle conquiste che tu e i Combattenti per la Libertà ci
avete dato e batterci per un mondo più giusto. E’ questo il
compito gravoso che ci attende e il modo migliore, ne sono certo, per
ricordarti.
(http://anpimilano.com/2015/03/13/intervento-di-roberto-cenati-alle-esequ...)
Proyecto Historia - Interview mit dem Ex-GAP-isten Enzo Galasi
https://linksunten.indymedia.org/it/node/7354
Gedenkveranstaltung für vier Partisanen in Mailand am 27. Dezember 2009
https://linksunten.indymedia.org/it/node/15066
unvergessen
Wir waren 2008 als Jugendantifas mit Azzoncao in Milano und durften Enzo kennen lernen.
Im Gegensatz zu den meisten deutschen Antifaschisten damals hat er uns nicht belächelt, sondern herzlich für einen Abend eingeladen.
Ich werde diesen Abend niemals vergessen, da so viele positive Erinnerungen damit einhergehen.
Ruhe in Frieden!
Enzo presente!
Auch ich war 2008 in Milano dabei und durfte Enzo kennen lernen. Er war sicherlich einer unserer besten Genossen und einer der herzlichsten Menschen, die ich jemals kennen gelernt habe. Nie werde ich vergessen, wie er uns zum Abschied geküsst hat. Sein Tod ist ein großer Verlust für die antifaschistische Bewegung und zugleich eine Aufforderung an die junge Generation durch massive Anstrengung, die große Lücke, die er hinterlässt, zu schließen.
Ruhe in Frieden Enzo! Wir tragen die Fahne weiter!