Letzte Woche wurden am 23. Juli 2015 vor einem Gericht in der latinischen Stadt Tivoli mehrere Anhänger der faschistischen CasaPound Italia verurteilt. Der Angeklagte Ervin di Maulo (geb. 1982) erhielt in erster Instanz vier Jahre Haft, seine Mitangeklagten Diego Caglini (geb. 1988), Jacopo Magliani (geb. 1988) und Edoardo Fanti (geb. 1990) erhielten jeweils drei Jahre Haft für einen squadristischen Überfall („raid squadrista“) bei dem sie im November 2014 beteiligt waren und diverse Angegriffene zum Teil schwer verletzt wurden. Damit blieb das Urteil hinter den staatsanwaltschaftlichen Forderungen zurück. Für fünf weitere Angeklagte, Giovanni Lupidi, Leonardo Ercolani, Federico Miralli, Alessio Reinkardt und Roberto Spolverini, steht der Prozess im kommenden August an.
Alle neun Angeklagten stammen aus der Provinzhauptstadt Viterbo und deren Umland. Von dort aus waren sie am Sonntag den 16. November 2014 in die ca. 50 Kilometer entfernt liegende Ortschaft Magliano Romano aufgebrochen, um anlässlich eines Spieles der 3. Kategorie die angereisten Ultras des Vereins „Ardita San Paolo“ anzugreifen. Die Ultras dieses römischen Stadtteilvereins gelten als antifaschistisch und antirassistisch und schon die Namensgebung des Vereins verweist auf eine linke proletarische Tradition, den „sport popolare“ und die „Arditi del Popolo“.
Der Überfall war genau durchgeplant. Die Faschisten erschienen zu dem Spiel „Ardita San Paolo“ versus „Virtus Magliano“ in dem 1.500 Personen zählenden Ort mit mehreren Fahrzeugen, deren Nummernschilder sie verdeckt hatten. Während des Angriffs warteten die Fahrer mit laufenden Motoren, um den Tatort so schnell wie möglich zu verlassen. Über 20 vermummte und mit Knüppeln und anderen Schlagwerkzeug bewaffnete Faschisten griffen die Ultras aus Rom auf den Rängen des Spielfelds an und verletzten mehrere schwer. Zahlreiche Gesichtsverletzungen, gebrochene Arme und ein Notarzteinsatz wegen einer Schädelfraktur waren das Ergebnis des „raid squadrista“. Auf ihrer Flucht wurden zwei Fahrzeuge der Faschisten an der Mautstelle von Civita Castellana von Carabinieris kontrolliert. Diese fanden Schlagwerkzeuge und Materialien zur Vermummung in den Kofferräumen der Fahrzeuge. Die Fahrzeuginsassen der beiden Autos stehen jetzt vor Gericht in Tivoli.
Der verurteilte 32jährige Ervin di Maulo ist kein Unbekannter in Viterbo. Schon mehrmals stand er vor Gericht wegen faschistischer Gewalttaten. Seit 2008 gehört er zu den örtlichen Militanten von CasaPound Italia. Auch Roberto Spolverini soll zu den „üblichen Verdächtigen“ aus Viterbo zählen – so die „Viterbonews24“ vom letzten November. Die Internetseite „Contropiano“ zählt auch die weiteren Angeklagten zu dem Umfeld von CasaPound Italia und der Lega Nord. Der 27jährigen Diego Caglini ist bekannt, da er bei den letzten Kommunalwahlen im Jahr 2013 als Bürgermeisterkandidat für CasaPound Italia in Viterbo antrat.
Der Squadrismus CasaPound Italias nach dem Vorbild Mussolinis „Schwarzhemden“ wird als praktizierte gewalttätige und terroristische Strategie gegen Andersdenkende einmal mehr an diesen Vorfall im Latium offensichtlich und in dem Gerichtsprozess sichtbar nachgewiesen. Seit Jahren nimmt die Gewalttätigkeit der faschistischen CasaPound Italia zu. So wurde z.B. bei einem Angriff auf das Sozialzentrum „CSA Dordoni“ in der norditalienischen Stadt Cremona am 18. Januar diesen Jahres der 50 jährige Familienvater Emilio Visigalli von Faschisten so schwer zusammengeschlagen und mit Tritten gegen den Kopf traktiert, dass er in ein Koma fiel. Und erst vor 10 Tagen ließen CasaPound Mitglieder rassistische Proteste gegen Flüchtlinge in Rom gezielt eskalieren. Vermummt und bewaffnet gingen sie hier gegen Polizeibeamte vor. (https://linksunten.indymedia.org/de/node/148853)
- Die Provinz Viterbo bildet mit den Provinzen Rieti, Frosinone, Latina und der Metropolitanstadt Rom die italienische Region Latium.
- Squadrismus/Schwarzhemden - https://de.wikipedia.org/wiki/Schwarzhemden
- Arditi del Popolo - https://de.wikipedia.org/wiki/Arditi_del_Popolo
Weitere Identifikationen
Weitere Faschisten des Überfalls wurden mit Hilfe einer Überwachungskamera identifiziert.
Artikel aus der "Viterbo News" vom 16. November 2015:
Identificati altri presunti ''picchiatori''
Sono stati individuati dalle riprese di una telecamera di un edificio
VITERBO - Sono stati identificati altri giovani neofascisti viterbesi che avrebbero partecipato al raid squadrista al campo sportivo di Magliano Sabina del 16 novembre 2014. A consentire agli inquirenti di smascherarli, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, sarebbero state le riprese di una telecamera di sicurezza posta su un edificio, a pochi chilometri di distanza dal luogo dell'aggressione. Davanti alla telecamera, infatti, sarebbero passate in rapida successione le auto con a bordo i giovani arrestati subito dopo i fatti, seguite da altre quattro, tutte intestate a personaggi dell'estrema destra viterbese. Abbastanza per far ritenere alla Procura della Repubblica di Tivoli, competente per territorio, che i giovani a bordo facessero parte del ''manipolo'' che assalì i tifosi dell'Ardita San Paolo di Roma, una squadra di Terza Categoria, ritenuta vicina alla sinistra antagonista.
Il gruppo di persone incappucciate che, secondo le accuse, si scontrò con i tifosi dell’Ardita, facendone finire quattro in ospedale, stando alle testimonianze era composto da almeno due dozzine di persone. Ma solo nove furono identificati e arrestati poche ore dopo: Ervin Di Maulo, Edoardo Fanti, Diego Gaglini, candidato sindaco di Viterbo per CasaPound alle ultime amministrative, Jacopo Magnani, Alessio Reinkardt, Federico Miralli, Giovanni Lupidi, Leonardo Ercolani e Roberto Spolverini. Tutti noti alla Digos, e alcuni di loro già condannati per lesioni e altri reati.
Quattro indagati sono stati processati con il rito immediato e condannati a pesanti pene: quattro anni di reclusione a Di Maulo, tre anni a Gaglini, Magnani e Fanti.
Ora, gli inquirenti ritengono di aver dato un volto e un nome ad altri personaggi che avrebbero partecipato alla spedizione. Nei giorni scorsi, alcuni di loro sono stati convocati presso la questura di Viterbo per la notifica di atti giudiziari emessi dal tribunale di Tivoli, dove guiovedì 19 (e non lunedì 16 come scritto erroneamente in precedenza) si svolgerà l’udienza preliminare a carico degli altri cinque giovani arrestati il giorno stesso del raid: Reinkardt, Miralli, Lupidi, Ercolani e Spolverini. Sono tutti accusati di concorso in lesioni aggravate.
È probabile che la posizione dei nuovi indagati, anche se i reati contetati sono i medesimi, venga valutata in un’altra udienza preliminare per dare modo ai loro difensori di studiare le carte processuali.
(Quelle: http://www.viterbonews24.it/news/identificati-altri-presunti-picchiatori...)
Weitere Artikel aus 2016
“Una spedizione punitiva premeditata”
Magliano Romano – (s.m.) – Una “spedizione punitiva” premeditata.
Questo sarebbe stato il raid armato allo stadio di Magliano Romano, secondo la procura di Tivoli, che così lo descrive nell’avviso di conclusione delle indagini.
Le strade dei nove indagati viterbesi, militanti di estrema destra, potrebbero dividersi.
Le carte dell’inchiesta parlano di “giudizio immediato” per Ervin Di Maulo, Diego Gaglini, Edoardo Fanti e Jacopo Magnani, tutti ancora agli arresti domiciliari. Significa che, se il gip accogliesse la richiesta della procura, i quattro andrebbero a processo subito. Gli altri (Giovanni Lupidi, Leonardo Ercolani, Federico Miralli, Alessio Reinkardt e Roberto Spolverini), invece, seguiranno sicuramente la normale trafila dall’udienza preliminare in poi, salvo archiviazioni nel frattempo.
La “spedizione punitiva” risale al 16 novembre scorso. Partita di calcio Magliano Romano – Ardita San Paolo, campionato di terza categoria. Una ventina di persone irrompe sugli spalti; sono incappucciati e “armati di mazze di legno, spranghe di ferro e tubi in pvc”. Il bersaglio sono i tifosi dell’Ardita: in quattro finiscono al pronto soccorso con ferite gravi. E la partita è sospesa a metà del primo tempo.
I nove viterbesi sono gli unici fermati per il raid. Hanno dai 18 ai 32 anni; qualcuno censurato, qualcun altro vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Vengono bloccati dai carabinieri di Civita Castellana dopo la sospensione del match. Per tutti scatta l’arresto, che tre giorni dopo diventa carcere per Gaglini, Di Maulo e Fanti, domiciliari per Magnani e remissione in libertà per gli altri.
L’accusa, per tutti, è lesioni gravi e porto di armi e oggetti atti a offendere.
I quattro tifosi in condizioni più serie hanno avuto prognosi dai dieci agli oltre quaranta giorni. In due sono tornati a casa con le braccia spezzate: sugli atti di indagine si parla di “frattura scomposta diafisi ulna destra” e “frattura scomposta terzo medio ulna destra”, trattate con “placche e viti”. Gli altri due hanno lasciato lo stadio con un trauma cranico e lesioni varie.
Per il pm Gabriele Iuzzolino, titolare del fascicolo, il raid sarebbe stato organizzato nei minimi dettagli: “con premeditazione” che, secondo gli inquirenti, è consistita in “preordinazione di decine di uomini, mezzi (quindici autovetture) e modalità di esecuzione”.
Solo Di Maulo risponde anche della violazione del Daspo che, dalla primavera del 2014, lo costringeva a stare lontano dai campi di calcio.
Entro i prossimi venti giorni, la difesa potrà chiedere interrogatori e depositare memorie.
16 aprile, 2015
(Quelle: http://www.tusciaweb.eu/2015/04/spedizione-punitiva-premeditata)
Magliano Romano - Sentenza d'appello fotocopia del primo grado - Torna libero Gaglini, candidato sindaco di CasaPound alle amministrative 2013
Bastonate allo stadio, confermate le condanne
Viterbo – Condannati. Come in primo grado.
Quattro anni per lesioni aggravate al 32enne Ervin Di Maulo, decano dei neofascisti viterbesi. Tre anni a Edoardo Fanti, Jacopo Magnani e Diego Gaglini, il candidato sindaco di CasaPound alle elezioni amministrative del 2013 a Viterbo.
Confermata in appello la pena per i 4 militanti dell’estrema destra viterbese accusati del raid allo stadio di Magliano Romano nel 2014. La sentenza intorno alle 18,30, dopo la discussione dei ricorsi delle difese e un’ora e mezza di camera di consiglio. Una sentenza fotocopia di quella del tribunale di Tivoli dell’estate 2015.
Per gli inquirenti, tra la ventina di persone incappucciate, con bastoni, spranghe e tubi in pvc per pestare i tifosi dell’Ardita San Paolo, c’erano anche loro: 9 viterbesi arrestati dai carabinieri di Civita Castellana al ritorno dallo stadio. Era il 16 novembre 2014.
Il processo, stamattina, era per i 4 già noti alle forze dell’ordine, per i quali il pm Gabriele Iuzzolino aveva chiesto il giudizio immediato: Di Maulo, Fanti, Gaglini e Magnani. Solo Di Maulo e Fanti non sono mai usciti dai domiciliari. Magnani è tornato libero a febbraio, dopo 15 mesi di detenzione. Gaglini oggi, su istanza dei suoi legali durante l’udienza.
Quattro persone finirono in ospedale dopo l’irruzione sugli spalti di una ventina di individui a volto coperto. Il match Magliano Romano – Ardita San Paolo fu sospeso.
Una vicenda giudiziaria divisa in più rivoli, tra il processo a chi, degli altri 5 arrestati, ha chiesto il rito abbreviato, e l’altro processo ai quattro già condannati, che devono ancora rispondere di porto di armi e oggetti atti a offendere. Per Di Maulo c’è anche l’accusa di aver violato il Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive), emesso dalla questura nella primavera 2014.
Secondo la pubblica accusa, il raid sarebbe stato una vera e propria spedizione punitiva organizzata nei minimi dettagli: “con premeditazione” consistita, secondo gli inquirenti, in “preordinazione di decine di uomini, mezzi (quindici autovetture) e modalità di esecuzione”.
Al processo di primo grado, a luglio, le difese avevano sottolineato come solo un passamontagna fosse stato trovato nelle due macchine bloccate dai carabinieri. “Nonostante non ci sia la minima prova, è stato deciso che, quel giorno, erano lì dentro, hanno picchiato delle persone e che questa è la pena giusta. Con un processo totalmente indiziario”, dichiara l’avvocato Domenico Gorziglia, che difende i quattro viterbesi insieme agli avvocati Contucci e Pugliese.
Oltre ai 4 e 3 anni di reclusione, restano confermati i risarcimenti alle parti civili: 5mila euro come provvisionale ai feriti.
Resta aperta la porta del ricorso in Cassazione
9 maggio, 2016
(Quelle: http://www.tusciaweb.eu/2016/05/neofascisti)