Nelle giornate e settimane passate sono successe tante cose nel nord della repubblica federale. Alla vigilia del G20 ad Amburgo la polizia operava perquisizioni, tentativi di intimidazione individuale e non per ultimo diverse infrazioni legali all’ambito della libertà di riunione. Tutto questo s’inserisce in un concetto con l’obiettivo dell’intimidazione e della criminalizzazione dei gruppi e delle singole persone. Che criticano lo stato attuale delle cose di una nostra società che vorrebbero cambiare in meglio.
Lo fanno con i servizi interni e con la polizia. La protesta da sinistra è rappresentata come fondamentalmente pericolosa e tentano di fomentare le divisioni politiche tra le diverse anime del movimento. La protesta pacifica da un lato - dall’altro la resistenza militante.
Inoltre osserviamo che la massiccia entrata in scena del potere dello Stato ha suscitato in tantx dei sentimenti d’impotenza. Con più di 15.000 sbirri ad Amburgo che soffocano sul nascere ogni protesta, le idee di come trasportare la propria critica verso l’esterno non tardano a mancare.
Secondo la polizia in pochi minuti le unità speciali dovrebbero poter portarsi su ogni luogo. Un agire spontaneo, in quale forma di protesta che sia, è così di fatto praticamente impossibile.
Perciò abbiamo deciso d'attaccare lo Stato - in questo caso gli sbirri - dove non è in grado di agire.
Ecco il perché dei vetri rotti a tre finestre e all’entrata del posto degli sbirri ad Ammersbek nell’ultima notte (mercoledì 05/07 - giovedì 06/07).
Il commissariato nottetempo non è occupato.
Vorremmo invitare calorosamente pure voi all'azione decentrale dentro e attorno a Amburgo. Ogni operazione lega delle forze di polizia e annulla la loro concezione del controllo totale.
Non cascare nell’impotenza nella quale la repressione vuole spingerci!
Riflettete sugli obiettivi importanti per l’infrastruttura e attaccateli!
Ma attenzione!
Non lasciate tracce. Cioè impronte digitali, delle scarpe sulla sabbia o sul terreno morbido, niente vestiti e scarpe che danno all'occhio. Riguardatevi!
La nostra risposta alla violenza e alla repressione dello Stato si chiama solidarietà e resistenza.