Sull'attentato incendiario del 28/4/2017 al parco vetture della “Deutsche See” ad Amburgo
- attaccare il G20 significa attaccare anche chi profitta della distruzione della fauna ittica a livello mondiale
- ad Amburgo si dice Tschüss alla Deutsche See
“Il nostro pesce è benvenuto da voi in Europa, ma noi stessx dovremmo preferibilmente starcene alla larga”
(Dichiarazione di un pescatore Senegalese)
Già negli anni '80 l'Europa si spostava sui fondali di pesca del Sud, fabbriche galleggianti pescavano tutto lasciando poco o nulla ai pescatori locali. Sulle Coste dell'Africa Orientale come per es. in Somalia molti pescatori lasciati senza pesce dalle flotte europee cambiarono mestiere e diventarono pirati.
Nel 2012 un quarto del pesce europeo fu pescato in acque internazionali ma anche in territorio sovrano dei paesi dell'Africa Occidentale come Guinea, Mauretania e Senegal. Dopo di che il governo senegalese aveva ritirato temporaneamente la licenza ai pescherecci UE, questi continuarono sotto altra bandiera o crearono delle joint ventures. Una sfilza di profughx dal Senegal sfacchinano oramai nelle piantagioni di pomodoro di Almeria – per i supermercati che nei congelatori offrono il pesce che viene dal loro mare.
Varie centinaia di milioni di persone dipendono dal pesce come alimento. Lo studio WWF “pesca eccessiva e denutrizione” prognostica che in un futuro prossimo milioni di persone in Senegal o in Indonesia non potranno più permettersi il pesce come alimento base.
Secondo l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite, solo il 13% delle quantità mondiali di pesce sono grandi abbastanza per potersi ancora rigenerare. Non sono le restrizioni più severe bensì lo svuotamento degli oceani che dagli anni novanta provocano la stagnazione del reddito della pesca marittima.
La cd acquacoltura convenzionale si distingue poco dall'allevamento intensivo come per es. praticata nell'allevamento del pollame. Gli allevamenti di gamberetti tra l'altro sulle coste Thailandesi e Vietnamite distruggono i biotopi delle rive coperte di boschi di mangrovia.
La Deutsche See con sede centrale a Bremerhafen è leader nazionale del settore. Solo il 20% del pesce consumato in Germania proviene dal Mare del Nord o dal Baltico. Il resto l'impresa lo prende da altri mari mondiali e a Bremerhafen gestisce la “manifattura ittica più moderna” d'Europa. 60.000 tonnellate di pesce sono “lavorate” ogni anno con un fatturato di 400 milioni di Euro. Il pesce costa caro. Gli indici come il Oslo Sefood Index sfondano ogni record. Da 20 siti i camion frigo da Bremerhafen sono inviati fino in Baviera per soddisfare la smania illimitata dex tedeschx di pesce fresco.
Ad Amburgo a pochi metri dalla “Deutsche See” c'è il ristorante del porto ittico, dove durante il vertice OSCE mangiarono i ministri degli esteri russi e americani. Durante il G20 vi saranno serviti i delegati.
- sputare nella zuppa di pesce al G20
- niente muro attorno all'Europa, refugees welcome