(A)TTENZIONE: NOI NON SIAMO RECUPERABILI! Nostra arma è la solidarietà, nostra legge è la libertà !
A
tutt* i/le compagn* anarchic*, ai gruppi e collettivi che si
occupano di anticarcere e solidarietà,
Nell'ambito della chiamata per la mobilitazione solidale con prigioner* anarchic* 'Per un Giugno pericoloso', rispondiamo da Berlino con alcune riflessioni che negli ultimi mesi abbiamo sviluppato come analisi sull'anticarcere e sulla condizione del movimento anarchico in Italia. Alcuni striscioni sono stati affissi per le vie di Berlino.
La repressione ed il carcere sono senza ombra di dubbio i mezzi che il sistema di potere ha usato nel corso dei secoli per punire e schiacciare i cosiddetti 'irrecuperabili', coloro i quali hanno trovato e ricercato orizzonti liberi nelle proprie esistenze, creando un ponte capace di collegare il desiderio di realizzazione delle proprie idee alla pratica.
Questo perché esiste ancora chi decide di non assistere passivamente alla riproduzione del potere in tutte le sue forme e prende in pugno il fuoco e la passione dell'azione per il sogno futuro di una liberazione totale.
Noi, compagn* anarchic* emigrat* in terra berlinese, esprimiamo la nostra solidarietà attiva a tutt* i/le compagn* di area anarchica colpit* dalla repressione, superando così le differenze tra le molteplici aree che compongono il movimento anarchico, nel tentativo di rompere ogni forma di isolamento.
Pensiamo
che il viaggio di un* migrante parta dal desiderio di voler rompere
quella gabbia senza prospettive in cui si è costretti a vivere ogni
giorno.
In Italia se sei un* militante probabilmente ogni forma di
lotta è stata ridotta ai minimi termini e cerchi nuove esperienze e
forme di resistenza. Ma ti rendi subito conto che la condizione da
cui sei partito non cambia perché un migrante purtroppo non finisce
mai di ritrovare quella gabbia sociale durante il percorso del suo
viaggio.
Allora il nostro viaggio come militanti migranti è anche avere la possibilità di ampliare reti di solidarietà con i/le compagn* in Italia, creando un ponte che sempre di più diffonda idee di resistenza e conflitto.
Molte sono le operazioni in Italia contro i/le compagn* anarchic*: da Mangiafuoco a Scripta Manent, all'operazione Shadow, Ardire, Ixodidae -per citarne alcune- con tanto di perquisizioni, accuse di associazione terroristica e campagne mediatiche tese a criminalizzare il movimento anarchico in tutta la sua pluralità.
Gli anarchici fanno paura allo Stato perché praticano quelle forme reali di dissenso che la democrazia demonizza e criminalizza, dando l'illusione all'opinione pubblica che attraverso la 'legalità giustizialista' o che 'il politico di turno' possa cambiare lo stato delle cose
La verità è che lo Stato ha paura che le idee e le pratiche dell'anarchismo possano attecchire tra le fasce più deboli: tra i senza tetto, tra chi vive e subisce la precarietà e la disoccupazione, tra chi tenta di sopravvivere ad un turno alla catena di montaggio, tra le nuove e vecchie generazioni di sfruttati, mettendo così in discussione l'esistenza stessa dello Stato.
Cresciamo nei ghetti delle nostre città, in territori martoriati dal capitalismo e dalle sue grandi opere, dalla disoccupazione e dalla precarietà estrema, dalle scuole prive di saperi, sottoposti a condizioni di ricatto e taglio di ogni diritto sui posti di lavoro.
Le gabbie sociali, in cui il sistema ci rinchiude, sono purtroppo difficili da scardinare ed il più delle volte sembra impossibile anche solo uscirne a livello di immaginario.
Quando la propria vita è ridotta ad una miseria, sei costretto dal sistema ad attività ed espedienti che loro considerano illegali, e sarai bandito quindi come 'criminale' per il solo fatto di voler sopravvivere in qualche modo con dignità.
Fuori e dentro il carcere, nella vita così come nella lotta.
La
solidarietà è la nostra arma più forte per il cammino verso la
libertà e per evadere dalle gabbie in cui ci hanno
rinchiusi.
ALCUN* MIGRANT* ANARCHIC* A BERLINO